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Impressionismo, nascita e storia di questa corrente artistica del secolo XIX

29 Luglio 2020 sany

Tra la metà dell’ottocento e gli inizi del novecento nacque e si sviluppò a Parigi l’impressionismo, una nuova tendenza artistica caratterizzata dall’esaltazione del gusto e dalla pittura ‘en plein air’, ovvero all’aria aperta, uno stile volto a cogliere la più pura essenza delle cose e delle persone senza modificarne nessun aspetto, cogliendone anzi le più sottili sfumature grazie alla luce naturale, capace di sottolineare al meglio ogni minimo particolare.

Diciamo pure che Romanticismo e Realismo avevano in un certo senso già aperto il cammino alla nascita di questa nuova corrente letteraria; la negazione dell’importanza del soggetto, la rivalutazione della pittura paesaggistica, l’assoluto rifiuto verso qualsiasi forma d’arte convenzionale ed il netto distacco dai metodi tradizionali erano i capisaldi di questo movimento, che vide in Claude Monet, Edgar Degas, Pierre-Auguste Renoir, Edouard Manet i suoi principali e più celebri portabandiera. Anche il grande Paul Cezànne sarebbe da includere in questa breve lista di artisti impressionisti, ma in realtà gli storici ed i critici d’arte più affermati lo collocano tra i ‘cubisti’, per questo non lo abbiamo menzionato.

Diffusione dell’impressionismo in Europa

Il battesimo ufficiale della nuova corrente artistica impressionista avvenne il 15 Aprile 1874 presso lo studio di colui che era considerato a quei tempi come un vero pioniere della fotografia, Felix Nadar; alla sua mostra parteciparono artisti come Alfred Sisley, Berthe Morisot, e gli stessi Degàs, Renoir e Manet, e fu il critico d’arte francese Louis Leroy a definirla ‘Exposiciòn impressioniste’, etichetta che in un primo momento non piacque molto, ma che poi fu rapidamente eletta come vero simbolo del movimento.

Il fatto stesso che un pittore impressionista fosse capace di realizzare un’opera in meno di 30 minuti, ovvero molto rapidamente, fece sì che molte opere appartenenti a questa corrente si potevano trovare con facilità in parecchie mansioni borghesi dell’epoca, ed in poco tempo anche gli Stati Uniti si videro invasi da quadri impressionisti; Theodore Robinson, Edmund Tarbell, Childe Hassam, Mary Cassatt sono infatti ricordati come i primi impressionisti americani.

Artisti ed opere celebri dell’impressionismo

L’artista impressionista non lavora in bottega o in atelier, e non usa effetti scenici come ad esempio giochi di luci ed ombre artificiali, ma usa una tecnica rapida ed eseguita completamente all’aria aperta, proprio per sfruttare al massimo luci e colori che l’ambiente naturale è capace di offrire; egli intende riprodurre su tela percezioni visive e sensazioni che gli elementi naturali offrono quotidianamente, e per questo motivo preferisce farlo all’aria aperta, fuori da ogni schema.

I Papaveri, Impressione, Levar del Sole e Le Ninfee di Claude Monet, Boulevard Montmartre di Camille Pissarro, Il bar delle Folies Bergère di Edouard Manet, ed altre grandi opere come ad esempio Neve a Louveciennes di Alfred Sisley o anche La colazione dei canottieri di Renoir sono alcune tra le opere che meglio rappresentano il movimento artistico impressionista, destinato ad occupare la scena dell’arte europea (e non solo) per circa una cinquantina d’anni o giù di lì.

l’impressionismo in Italia

In Italia la diffusione del movimento impressionista si sviluppò più lentamente rispetto ad altri paesi europei, e forse ciò dipese dal fatto che la nostra penisola viveva proprio in quel periodo tutta una serie di vicende e problematiche strettamente connesse con la raggiunta Unità Nazionale del 17 Marzo 1961; sta di fatto però che molti artisti italiani furono letteralmente rapiti dai nuovi stili francesi, nei quali riscontravano una originalità mai vista prima.

Nacquero così i ‘macchiaioli’ toscani, i primi in Italia a rifiutare categoricamente raffigurazioni di soggetti mitologici (elementi caratteristici di Romanticismo e Neoclassicismo), e ad esaltare la tecnica della ‘macchia’, ritenuta espressione pura e interpretativa della realtà. Vincenzo Cabianca, Giovanni Fattori, Odoardo Borrani e Raffaello Sernesi, sono i ‘macchiaioli’ più conosciuti di fine decade del 1860, poi a questi si aggiunsero in un secondo momento anche artisti come Giuseppe de Nittis, Federico Zandomeneghi e Giovanni Boldini, quest’ultimo ritenuto uno dei più celebri pittori della ‘belle epoque’.

Fine di questo movimento artistico

Giusto per dare una collocazione storica alla fine di questo importante movimento artistico e culturale in voga tra la seconda metà dell’ottocento e gli inizi del novecento, potremmo citare i nomi di alcuni artisti che segnarono effettivamente il passaggio a nuove tecniche e nuovi stili, stili che però recavano con se ancora tracce di un impressionismo fresco di decadenza. Paul Cezànne, George-Pierre Seurat e Vincent Van Gogh furono i primi artisti del ‘post-impressionismo’, che già faceva posto ai nuovi movimenti culturali emergenti.

Fu così, quasi per un banale scherzo del destino, che nacque ‘l’espressionismo’, ovvero quella corrente artistica che per certi versi conservava i canoni basici dell’impressionismo, con la differenza che gli elementi, i paesaggi, gli orizzonti e gli spazi rappresentati venivano esaltati fino all’esasperazione, ponendo dunque in risalto non più gli elementi naturali nella loro purezza, ma le reazioni emotive che essi suscitavano nell’artista.